COORDINATORE GENITORIALE

COORDINATORE GENITORIALE (Tribunale di Milano, Sez. IX civ., decreto 29.07.2016, est. Buffone)

19.06.2017 nel 00:00

L’affido condiviso “costringe” i genitori separati o divorziati a condividere le scelte fondamentali di maggior interesse per i figli minori relative all’istruzione, all’educazione, alla salute ed alla scelta della residenza abituale del minore (art. 337-ter, co. 3, c.c.).
Tuttavia, la concertazione in ordine alle scelte fondamentali non è semplice ed anzi è foriera di conflitti non altrimenti risolvibili dalle parti coinvolte, specialmente qualora fosse già risultata complicata in costanza di matrimonio o convivenza.
Il Tribunale meneghino prende atto del limite operativo sotteso al concreto esercizio della responsabilità genitoriale in regime di affido ed al fine di prevenire e contenere l’alta conflittualità delle parti,
suggerisce l’opportunità di nominare un "coordinatore genitoriale” (Tribunale di Milano, Sez. IX civ., decreto 29.07.2016, est. Buffone); una figura mutuata da quella analoga, di matrice americana.
E’ interessante notare come negli Stati Uniti tale figura rappresenti una species delle c.d. «ADR», «Alternative Dispute Resolution» (metodi alternativi di risoluzione delle controversie), vale a dire dell’istituto della «mediazione», recepito dal legislatore italiano ed introdotto nel nostro ordinamento giuridico con il D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28, (“Attuazione dell'articolo 60 della legge 18 giugno 2009, n. 69, in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 53 del 5 marzo 2010), del quale la «mediazione familiare» costituisce un sottotipo di matrice professionale.
Ed in effetti, la figura del “coordinatore genitoriale” è affine a quella del “mediatore”, tanto in quanto ne condivide esclusivamente la finalità, che è quella di evitare lo scontro giudiziale, ma se ne discosta per la metodologia.
Infatti, il coordinatore genitoriale, al pari del mediatore, quale soggetto terzo ed imparziale scelto di comune accordo tra i genitori, è nominato al fine di evitare che si creino situazioni di conflitto circa le decisioni e le scelte riguardanti il minore che possano sfociare in azioni giudiziarie e che possano influenzare negativamente la serenità e la crescita di questi. Dunque, opera in una fase “stragiudiziale”.
Tale figura si discosta però da quella del mediatore, in quanto il coordinatore genitoriale ricopre un “ruolo attivo” nella composizione della crisi: è a lui attribuito un maggior grado di autonomia e discrezionalità rispetto al mediatore tradizionale, sebbene non si sostituisca ai genitori, i quali continueranno ad esercitare - senza alcun affievolimento - la loro responsabilità genitoriale.
Rispetto a costoro, il coordinatore genitoriale assume un ruolo vicario e di supporto nell’adozione delle scelte che riguardano il minore e nell’attuazione del progetto di genitorialità condivisa e come, stabilito dal Tribunale di Milano, può essere chiamato ad assolvere compiti di:
- verifica della concreta attuazione degli interventi disposti in favore delle parti (nello specifico, attuazione dei percorsi terapeutici individuali) e del minore (nello specifico, terapia psicomotoria relazionale);
- raccordo tra gli operatori che seguiranno il nucleo familiare, nonché se necessario con gli insegnanti del minore e con i medici/ terapeuti che l’hanno in cura;
- salvaguardia e preservazione della relazione tra i genitori ed il minore con indicazioni eventualmente “correttive” dei comportamenti disfunzionali dei genitori rispetto al progetto di crescita, autonomizzazione e distacco della minore dalle figure dei genitori;
- ausilio ai genitori – con specifica possibilità di effettuare raccomandazioni - nelle scelte in tema di salute del minore (scelte del professionista a cui rivolgersi, degli interventi medici da seguire, dei trattamenti terapeutici ecc), di educazione (scelte scolastiche) e formative del minore, di osservanza del rispetto del calendario relativo alla modalità di esercizio del diritto di visita in favore del genitore non collocatario in particolare aiutando e suggerendo ai genitori le opportune riflessioni in punto di opportunità/ inopportunità dì apportare modifiche e deroghe al calendario di frequentazione del minore;
- guida ai genitori nelle negoziazioni ed accordi sui tempi da trascorrere e condividere con il minore, con conseguente riduzione degli effetti dannosi che il conflitto genitoriale provoca sul benessere psicofisico del minore;
segnalazione con urgenza all’autorità giudiziaria minorile di ogni condizione di concreto pregiudizio psicofisico del minore che venisse a ravvisare.
La decisione del Tribunale di Milano fa seguito ad una precedente sentenza del Tribunale di Civitavecchia del 20.05.2015, che aveva designato, in via provvisoria, un «coordinatore genitoriale», in persona di un assistente sociale, con la funzione di guidare i genitori nell'attuazione del piano dagli stessi elaborato nel corso di una consulenza tecnica d'ufficio.
Nella decisione più recente del Tribunale di Milano, invece, la decisione, assunta a conclusione del procedimento, di nominare un coordinatore genitoriale è ricaduta su uno psicologo, scelto di comune accordo tra le parti (nella fattispecie, la scelta era stata concordata tra i consulenti tecnici delle parti ed il consulente tecnico d’ufficio).
La nuova “misura” alternativa alla risoluzione contenziosa dei conflitti è destinata a produrre interessanti riflessi di ordine pubblico di primaria importanza in quanto produce una deflazione del carico di lavoro degli uffici giudiziari.
E’ imprescindibile, tuttavia, il preventivo ricorso all’autorità giudiziaria ed alla CTU, in quanto, essendo ciascun caso familiare diverso dall’altro, sarà necessario di volta in volta, definire i compiti del coordinatore genitoriale attraverso un regolamento al quale egli si dovrà attenere.
Parimenti, nella scelta dell’operatore da nominare, non si potrà non dar luogo ad un giudizio di valutazione delle capacità professionali qualificate, come le linee guida sulla coordinazione genitoriale dell’Association of Family and Conciliation Courts suggeriscono: la «coordinazione genitoriale» è «un processo di risoluzione alternativa delle controversie centrato sul bambino attraverso il quale un professionista della salute mentale o di ambito giuridico, con formazione ed esperienza nella mediazione familiare, aiuta i genitori altamente conflittuali ad attuare il loro piano genitoriale, facilitando la risoluzione delle controversie in maniera tempestiva, educandoli sui bisogni dei loro figli e, previo consenso delle parti e /o del giudice, prendendo decisioni all'interno dell'ambito dell'ordine del tribunale o del contratto di incarico.”
Avv. Barbara Sciascia

COORDINATORE GENITORIALE (Tribunale di Milano, Sez. IX civ., decreto 29.07.2016, est. Buffone)

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