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AFFIDO SUPER-ESCLUSIVO Tribunale di Milano, Sez. IX civ., ordinanza 20.03.2014 (est. Buffone)

26.06.2017 nel 00:00

Questa ordinanza non è recente, ma fa scalpore perché è nuova la dicitura di “Affido super-esclusivo”.
Essa nasce da una riflessione sulla capacità o meno dell’affido condiviso, entrato in vigore nel 2006 di risolvere le questioni di carattere pratico.
Prima della riforma, sussisteva l’affido esclusivo, sotto il cui regime erano previsti tempi di visita per il genitore non collocatario che, sostanzialmente, erano identici a quelli che ora esercita in regime di affido condiviso.
Sono di fatto cambiati da allora solo i poteri in capo ai genitori: con l’introduzione per legge della regola dell’affido condiviso si è introdotto il potere di condividere le decisioni, anche in situazioni in cui, neppure nella convivenza, i genitori avevano mai preso decisioni di comune accordo. Ciò evidentemente può portare a creare delle problematicità sul piano pratico.
Il problema fondamentale che si è venuto a constatare con l’affido condiviso è in ordine alla condivisione delle scelte tra genitore collocatario e non collocatario in ordine alla gestione quotidiana dei minori.
Da qui, la necessità per il Tribunale di Milano di enucleare una terza figura c.d. di “affido super-esclusivo”, che non è codificata espressamente.
L’art. 337-ter c.c., prevede infatti solo due fattispecie, laddove sancisce che il Giudice valuti prioritariamente la possibilità che:
i minori restino affidati ad entrambi i genitori;
oppure stabilisca a quale di essi i figli restino affidati.
a) Nel caso in cui venga disposto l’affido condiviso (art. 337-ter, co. 3 c.c.):
la responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori
le decisioni di maggior interesse (relative ad istruzione, educazione, salute, scelta della residenza abituale del minore) sono “assunte di comune accordo”.
b) Nel caso in cui venga disposto l’affido esclusivo (art. 337-quater, co. 3 c.c.):
la responsabilità genitoriale è esercitata esclusivamente dal genitore che ha l’affido esclusivo
di regola, le decisioni di maggior interesse per i figli “sono adottate da entrambi i genitori”.
Dunque, sia nel caso di affido condiviso che nel caso di affido esclusivo, anche le decisioni di maggior interesse spettano al genitore non collocatario.
Il Tribunale di Milano, preso atto del limite operativo derivante dall’applicazione di queste norme (l’affido condiviso e l’affido esclusivo costringono comunque i genitori a condividere alcune scelte, con conseguenti micro-conflittualità, che sotto la vigenza del vecchio affido esclusivo non si creavano), enuclea un “tertium genus” di “affido super-esclusivo”.
Il Tribunale svolge questo ragionamento:
La regola sottesa all’art. 337-ter c.c. é la seguente: nel modulo di affidamento monogenitoriale, il genitore cui sono affidati i figli ha l’esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale su di essi; ciò nonostante, “le decisioni di maggior interesse per i figli sono adottate da entrambi i genitori”.
Tale regola può però trovare deroga giudiziale: laddove la norma contiene anche l’eccezione “salvo che non sia diversamente stabilito”.
Il genitore da mono-affidatario diventa super-esclusivo, tanto in quanto gli verrà rimesso dal Giudice anche l’esercizio in via esclusiva della responsabilità genitoriale con riguardo alle questioni fondamentali.
Ciò non implica alcuna modifica alla titolarità, ma solo all’esercizio della responsabilità. L’altro genitore conserva il diritto e dovere di vigilare sull’istruzione ed educazione e di ricorrere al giudice quando ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli all’interesse del minore (art. 337-quater, u. co., c.c.).
Nella fattispecie oggetto di causa, è risultata evidente la necessità di un affidamento monogenitoriale ex art. 337-quater c.c., stante il concorso dei seguenti presupposti accertati:
non è stato possibile attivare un tentativo di conciliazione per l’assenza dell’altro genitore dal processo;
profilo inidoneo all’esercizio della responsabilità genitoriale risultante da evidenze documentali;
il genitore ha lasciato il carico integrale dei costi di mantenimento ordinario e straordinario;
si tratta di persona che, nel conflitto con l’altro, risulta aver utilizzato il figlio come “argomento di scambio”, minacciando (anche con atti di violenza) l’altro di una sottrazione dove questo non avesse aderito alle proprie richieste.
Per quanto attiene alle modalità di esercizio della responsabilità da parte del genitore affidatario, il Tribunale di Milano ha ritenuto “opportuno quanto necessario” deliberare il c.d. “affido (super)esclusivo” “per evitare che, anche per questioni fondamentali, la macchina di rappresentanza degli interessi del minore sia inibita nel funzionamento, a causa del completo e grave disinteresse dell’altro genitore” che si evince dalle seguenti circostanze di fatto:
la lontananza dell’altro genitore;
la difficoltà di comunicare con questi;
l’irreperibilità di questi;
l’atteggiamento tenuto sino a quel momento nei confronti del genitore mono-affidatario.
Il Tribunale di Milano con ordinanza ha così deciso:
“affida il figlio minore in modo esclusivo alla madre le decisioni di maggior interesse per la prole relative all’istruzione, all’educazione, alla salute ed alla scelta della residenza abituale del minore potranno essere assunte dalla madre in via esclusiva, tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”.

AFFIDO SUPER-ESCLUSIVO Tribunale di Milano, Sez. IX civ., ordinanza 20.03.2014 (est. Buffone)

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